Ci siamo ormai abituati a vedere in tempo reale le sfilate di moda che un tempo erano riservate agli addetti ai lavori e a pochi eletti. Un tempo non lontanissimo potevamo vedere immagini e video solo nei giorni successivi. Le Fashion Week erano frenesia di spostamenti tra una location e l'altra, modelle, giornalisti, vip che riempivamo Milano e Parigi di outfit stravaganti, non solo sulle passerelle.
Da tempo i brand comunicano anche trasmettendo in diretta le loro passerelle in location sempre più evocative, che diventano parte della collezione e non solo cornice di presentazione.
Ma da un anno ormai il pubblico non c'è più e la scelta di mostrare il proprio lavoro creativo in modo digitale è diventata imprescindibile. Una spinta a comunicare in modo diverso, la necessità di produrre un'emozione senza contatto diretto. L'empatia è creata con strumenti diversi e la necessità di far vedere a quante più persone possibili le collezioni aumenta la possibilità di convertire in vendite.
Chi ha vinto?
Dai numeri possiamo dire Prada, 4,5 milioni di visualizzazioni tra Instagram e Youtube. La sfilata che è stata raccontata anche con un talk insieme a Miuccia Prada e Raph Simons (co-designer) al termine delle presentazione, in diretta, per parlare proprio della nuova modalità digitale oltre che della collezione.
Valentino che aveva presentato la Haute Couture con le sue zeppe immense e cappe dorate rilancia a Sanremo con gli abiti su Laura Pausini e la mis en scene della Rappresentante di lista che fa ballare i suoi abiti e nella serata finale riempie il palcoscenico con un abito bianco della precentente collezione (ricordate le gonne bianche di 5 metri presentate sui piedistalli?)
Consentiteci una punta di orgoglio per aver disegnato e realizzato lo stesso mood di gonne per la nostra Cantante con la Valigia un anno prima! Nel pret a porter sceglie un teatro vuoto e musica cantata dal vivo, tanto bianco, nero e ovviamente il rosso Valentino.
Genny lavora su tagli puliti presentati a Palazzo Reale nella sala delle Cariatidi con un messaggio di positività. Ancora nero ma anche fiori e farfalle luccicanti e paillettes che ritornano in tantissime collezioni.
Max Mara celebra il settantesimo anniversario del brand che nacque per vestire le mogli dei medici e degli avvocati e ora propone un power dress elegante con un tocco eccentrico per donne che lavorano con capi divenuti iconici come il cappotto cammello o il teddy morbido e avvolgente.
Dolce e Gabbana scelgono l'istituto italiano di tecnologia e sfilano con i robot capi estrosi e patchwork colorati. Zip, catene e accessori scintillanti abbinati ad occhiali futuristici a visiera collegano gli anni 90 che sono l'ispirazione al mondo del futuro.
Armani si chiede se abbiamo capito quanto si sono impegnati per creare qualcosa di interessante in questo momento complicato. E' sempre coerente con il suo stile, forse un po' più severo e con una sfilata in una scenografia lineare e quasi asettica, salvo la presenza di un gorilla verde al centro del set. Dominano colori profondi della notte con tocchi scintillanti, velluti e tessuti preziosi, note di turchese e menta in mezzo ai blu e al nero. Torneremo a vestirci eleganti, sembra dire. E speriamo che sia così.
Con lo stesso rigore e coerenza Cucinelli presenta i capi quasi monocolore con tanta importanza alla maglieria in fibre nobili che per lui è metafora della voglia di ricominciare rimanendo uniti e per ritrovare la voglia di vestirsi non solo per guardarsi nello specchio di casa.
Ferragamo sceglie un'ambientazione alla Matrix con grafismi netti e tagli sartoriali per una collezione definita Future Positive. I capi sembrano viaggiare nel presente con un'ottica futuristica. Sovrapposizioni di tessuti di pesi diversi e look monocolore dall'azzurro al ghiaccio con tocchi di glicine.
Abbiamo visto come la Fashion Week milanese è continuata anche a Sanremo con scelte stilistiche precise fatte dagli stylist per rafforzare la comunicazione dei personaggi sul palco anche con quello che indossavano.
Gli abiti scelti hanno avuto anche il ruolo di accompagnare lo storytelling inaugurato da Achille Lauro lo scorso anno con grande clamore. Quest'anno non c'era più l'effetto sorpresa e la contestualizzazione del personaggio ne ha smorzato l'effetto wow.
Ma il fenomeno è ormai entrato nelle nostre case e nei nostri occhi, più consapevoli che anche la moda sia un codice di comunicazione, un modo di esprimere non solo la personalità o uno stato d'animo ma anche un messaggio.
Ascolto la tua storia, oppure una canzone, ma guardo anche come hai scelto di presentarti, un abito che, fa il monaco.
Paola Fini per LCCV
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La moda è poesia. Il nuovo fenomeno degli #Istapoets
Fin dai tempi del progetto Re-nylon una dei “reporter per Prada” è proprio lei, Amanda Gorman, la prima americana premiata come “Youth Poet Laureate”, le cui poesie celebrano l’idea di comunità e il cambiamento sociale.
Lei commenta già qualche anno fa, durante i suoi reportage sul progetto di Prada “è in atto un cambiamento nell’industria della moda e ognuno di noi può chiederlo a tutti i marchi. Nel tempo in cui l’emergenza climatica sembra così urgente, ci siamo raggelati nell’apatia o nella paura. Ma le soluzioni esistono, soprattutto quando acquistiamo dei materiali in modo informato. Che compriate da Prada e/o nel negozio dell’usato del vostro quartiere ogni soldo che spendiamo in un prodotto sostenibile è un investimento per il futuro che vogliamo»
Ma il mondo si è accorto di lei solo all’insediamento di Biden, una giovane ragazza sorridente e sicura che legge una sua poesia, è vestita di giallo con un cerchietto rosso tra i capelli. Tutto Prada.
E al Superbowl, il più importante avvenimento televisivo del mondo, sempre lei, legge una poesia ed indossa Moschino.
Cosa c’entra la moda allora con la poesia?
«La moda, quando è coraggiosa, è una lampada
La luce feroce trafigge l’anima come una spada
Ogni fruscio di tessuto è una melodia
E ogni creazione è la più pura poesia»
Questo è un brano tratto dalla poesia a Poets Prada, che la Gorman ha scritto per il brand Italiano con cui è in contatto da qualche anno.
Di Miuccia lei dice “ è puro genio e mi spinge a essere una poeta migliore”
Amanda vuole ribaltare il concetto del poeta povero e sofferente e vuole proporre un nuovo modello di artista che non considera la moda come qualcosa di frivolo e di superfluo di cui non valga la pena occuparsi, ma come un’espressione di sé e un’esaltazione dell’arte e della bellezza.
Ha già lavorato per Nike, Helmut Lang e Loft oltre che per Prada e da poco ha firmato un contratto con la più importante agenzia di modelle al mondo, la IMG Model.
Da tempo il mondo della moda cerca volti nuovi a cui affidare messaggi connessi ai valori non solo estetici che la moda vuole trasmettere.
MODA E POESIA
E il fenomeno Moda/Poesia ha anche un altro aspetto interessate, la comparsa degli Instapoets, i poeti su instagram che spesso sono modelli o modelle che costruiscono un personaggio con la loro poesia, lo condividono con la community.
Fino a non molti anni fa si lamentava l’allontanamento da parte dei giovani dai libri e dalla cultura, per lasciarsi rapire, piuttosto, dal “mostro” dei social.
La generazione dei nativi digitali, invece, contro ogni previsione, ha compiuto un atto di rivoluzione, facendo proprio dei social un mezzo di diffusione della propria cultura.
È il caso degli “instapoets“, poeti 2.0 che pubblicano i propri versi sulla nota piattaforma di Instagram.
Gli editori segnalano che in fondo sono gli unici libri di poesie che vendono davvero.
La moda si è accorta di questo fenomeno di giovani poeti con più o meno talento, seguiti da altri giovani e se n’è interessata, a partire da Gucci, l’azienda forse più abile a costruirsi un’identità e una comunità sui social network.
Già nel 2018 per esempio ha collaborato con Cleo Wade, poetessa americana, per un’iniziativa volta a rafforzare i diritti delle ragazze e delle donne nel mondo.
"Scrivo principalmente dell’amore e della condizione umana e impiego spesso il mio lavoro per affrontare temi di attualità e per parlare di quello che sta succedendo nel panorama politico attuale e nel mondo in cui viviamo"."
A febbraio di quell’anno, durante la settimana della moda di New York, la stilista Tracy Reese, scelta anche dall’ex First Lady Michelle Obama, ha invitato quattro poetesse a leggere i loro versi durante la sfilata.
Il fenomeno più eclatante di instapoets è Rupi Kaur, poetessa canadese di origini indiane, 4 milioni di followers e ormai al terzo libro in classifica.
Insomma la moda è anche poesia, con forme interessanti anche per le nuove generazioni.
Ogni brand afferma di voler cambiare il mondo, di fare qualcosa per renderlo un posto migliore. Non solo attenzione all'ambiente, ma anche all'anima.
E cosa c'è di meglio di dare voce al cambiamento anche attraverso la poesia?
Che fenomeno gli #istapoets !
Paola Fini
per LCCV
]]>L'abito fa il monaco, sembra un'affermazione in controtendenza, ma io ne sono profondamente convinta, perchè il nostro modo di vestire influenza gli altri (è la prima cosa che gli altri vedono di noi, prima ancora di ascoltare quello che abbiamo da dire) e perchè quello che indossiamo influenza anche noi stessi.
Parleremo quindi di abiti, di consigli e ispirazioni che riguardano lo stile, inteso come modo di vestire ma anche di vivere.
Marie Kondo la giapponese divenuta famosa per il suo libro " Il magico potere del riordino" ha messo le basi per i moderni concetti di sostenibilità dei consumi, aiutandoci a selezionare gli oggetti che ci circondano per trasformare positivamente anche la nostra vita.
Oggi vi parlerò proprio dell'armadio che custodisce i capi che avete scelto per esprimere il vostro stile.
Quelli che utilizzate più di frequente da quelli che mettete di meno, quelli fuori misura, quelli che necessitano di una riparazione.
Spesso mi capita di proporre questo servizio per dare nuova vita a capi di valore o a cui siete affezionati ma non vi vanno più. Molte volte è possibile riparare anche con la tecnica dell'Invisible Mending degli abiti che pensavamo inevitabilmente rovinati.
Troverete senz'altro dei capi da eliminare definitivamente, magari potete regalarli a qualcuno a cui potrebbero piacere o alle associazioni che li distribuiscono a chi ne ha bisogno o a chi li riclicla, liberando un po' di spazio che vi consentirà di trovare più facilmente cosa indossare ogni mattina.
Oppure potete metterli in vendita sulle piattaforme che trattano il Second Hand, un trend ormai riconosciuto e in forte crescita.
Depop, Ebay, Vestiaire Collective, solo per citarne alcune, ma recentemente stanno entrando altri grandi players nel settore, big come Gucci con TheRealReal, Zalando PreOwned, Farfetch Second Life, COS Resell, Levi's SecondHand.
Il modello di economia lineare non sarà più sostenibile proprio per gli immensi volumi di abiti venduti e perchè l'industria della moda è considerata, dopo quella petrolchimica, quella più impattante sull'ambiente.
Vedere l'economia circolare come un'opzione anche per quel che riguarda i nostri comportamenti soggettivi, a partire dal nostro armadio per esempio, contribuirà ad uno sviluppo più sostenibile, quello in cui verranno rispettate le istanze delle persone, del pianeta e in egual misura anche del profitto.
A dicembre sarà inutile avere ancora a portata di mano i capi estivi, anche perchè un viaggio ai tropici quest'anno non è proprio consigliato! I capi che indossate nel tempo libero occuperanno uno spazio diverso da quello degli abiti più formali, anche per le ridotte occasioni d'uso in questi tempi di work at home.
Io amo vedere l'armadio organizzato per gradazione di colore, l'armonia della palette dei capi appesi, che ho selezionato anche in base all'Armocromia che mi ha fatto scoprire la mia stagione di appartenenza (il mio prossimo articolo sarà proprio dedicato a questo argomento), danno un senso di ordine e bellezza quando aprite le ante e decidete cosa indossare.
E da vera esteta, anche con le grucce tutte uguali. Ce ne sono di tanti tipi ma io vi suggerisco di sostituire pian piano quelle di plastica con quelle di legno per i capi spalla oppure quelle in metallo per camicie e tshirt.
Quelle che accompagnano i miei abiti su misura sono in legno di ontano naturale personalizzate con le iniziali incise. Sono della dimensione giusta per le spalle della giacca e secondo me sono, oltre che sostenibili (plastic free), anche molto eleganti.
A breve le aggiungerò sullo shop con la possibilità di personalizzarle con le vostre iniziali!
Una originale idea regalo per i più attenti ai dettagli.
Siete pronti a fare spazio nei vostri armadi?
Sono certa che troverete dei tesori nascosti e dimenticati a cui dare nuova vita, dei "cadaveri" da smaltire, degli "errori di gioventù" e dei capi "non in palette" di cui vorrete liberarvi.
A alla fine una bella sensazione di armonia in quelli oggetti che indossiamo, che sono il nostro codice di comunicazione visivo che racconta tantissimo di noi, anche senza aprire bocca.
L'abito fa il monaco, non lo credete anche voi?
Paola Fini per La Cantante Con la Valigia
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